L’incontro con i cibi “dei grandi” è una fase molto importante nella crescita del tuo bambino. I dubbi sono tanti: come capire quand’è il momento per iniziare a proporgli alimenti diversi dal latte, quali cibi dargli, svezzamento o autosvezzamento? Ecco perché siamo qui, per aiutarti ad affrontare al meglio questa tappa fondamentale.
Linee guida sullo svezzamento
Più che di svezzamento si dovrebbe parlare di alimentazione complementare, perché il passaggio dal latte ai cibi solidi non avviene in modo netto. I nuovi alimenti si presentano al bimbo gradualmente mentre l’allattamento continua ad essere la fonte di nutrimento principale.
I neonati devono potersi confrontare con sapori e consistenze fin ora sconosciute piano piano, per imparare a conoscerle e capire come masticarle e deglutirle correttamente.
C’è chi sceglie di intraprendere la strada dell’autosvezzamento, chi preparerà al suo piccolo la pappa, e chi inizierà dagli omogeneizzati. Rivolgiti sempre al tuo medico per capire come combinare l’apporto dei diversi nutrienti in modo bilanciato (carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali).
Qualunque sia la tua scelta, è importante non fissare schemi troppo rigidi nella dieta del bambino: fidati di tuo figlio, sa autoregolarsi con efficacia sorprendente, sa quando ha bisogno di mangiare e quando è pieno.
Iniziamo ad addentrarci nelle questioni pratiche: a quanti mesi va iniziato lo svezzamento? Quale metodo scegliere e come tagliare i cibi in modo che non ci sia pericolo di soffocamento? Continua a leggere.
Come capire quando è il momento di iniziare lo svezzamento
L’OMS raccomanda l’allattamento al seno esclusivo fino ai 6 mesi di vita del bambino.
Sono sulla stessa linea anche la Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (ESPHGAN) e l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che però considerano la possibilità di una finestra più ampia, dai quattro e sei mesi.
Lo svezzamento non va iniziato né troppo presto né troppo tardi. Nel primo caso porterebbe a disturbi nel sonno e rischio di soffocamento, nel secondo a un rallentamento nello sviluppo.
Il momento ideale è intorno ai sei mesi, quando il bambino dà segno di essere pronto. Quali sono i segnali che ci indicano che il momento dello svezzamento è arrivato?
- Il bambino è in grado di stare seduto da solo
- Inizia a mostrare interesse verso il cibo mentre mamma e papà mangiano
- Sa tenere in mano gli oggetti e afferrarli
- Ha raddoppiato il suo peso dalla nascita.
Svezzamento o autosvezzamento?
Ormai tutti hanno sentito parlare di autosvezzamento, la scuola di pensiero che si è affermata al fianco dello svezzamento classico, che, fino a pochi anni fa, era l’unico metodo seguito.
Qual è la differenza tra svezzamento classico e autosvezzamento e quale è da preferire?
Non siamo qui per indicarti un metodo migliore di un altro, ma per darti gli strumenti per scegliere quello più adatto alla tua famiglia e al tuo bambino.
Lo schema dello svezzamento classico
Lo svezzamento classico prevede l’introduzione di nuovi cibi in maniera graduale secondo una precisa tabella di marcia.
Al quarto mese è possibile introdurre la frutta nella dieta del bambino come spuntino. Poi si inizia con le “pappe”: un pasto unico di consistenza liquida di cui la base è sempre il brodo vegetale, a cui saranno aggiunte man mano le creme di riso, mais o tapioca, la carne e il pesce omogeneizzati o frullati, il formaggio.
Solo in seguito, in genere dopo l’anno, si propone al bambino un pasto separato con primo, secondo e contorno.
In genere nei primi due mesi la pappa viene proposta a pranzo o a cena, mentre gli altri pasti sono sempre a base di latte. Dai 7 ai 9 mesi invece, le pappe salgono a due al giorno.
Il bimbo può assaggiare il cibo dei genitori? Sì, ma solo dopo gli otto mesi.
E le pappe fuori casa? Ti basterà munirti di bavaglini, contenitori per il cibo e una borsa termica. Con un po’ di organizzazione sarà semplicissimo.
Di seguito potrai leggereuna semplice tabella di alimenti da introdurre nello svezzamento classico.
Quale frutta dare al bambino
I primi approcci con la frutta possono avvenire già a 4 mesi, iniziando da mela, pera e banana.
Più avanti si possono introdurre anche albicocche e pesche, mentre per la frutta secca e la frutta ad acini, come l’uva, è meglio attendere fino a un anno di età.
La verdura
Patate, carote, zucchine e zucca possono essere introdotte dai 5 mesi, sedano, porro, cipolla, insalata, cavolfiori, finocchi e spinaci dai 6 mesi.
Il pomodoro, invece, senza buccia, dovrà attendere i 10 mesi, mentre le melanzane e i carciofi i 12 mesi.
La carne
Il maiale va introdotto dopo un anno di vita, il prosciutto cotto senza polifosfati dagli 8 mesi.
Coniglio, tacchino, pollo, vitello e manzo possono essere dati al bambino dai 5 mesi liofilizzati, dai 6 omogeneizzati, mentre lessati o al vapore dai 9 mesi.
Il pesce
Lo svezzamento classico raccomanda di non assumere pesce fino agli 8 mesi, mentre pesce spada e salmone dovranno attendere il mese successivo.
Si può proporre lo yogurt nello svezzamento?
È consigliabile inserire lo yogurt nella dieta del bambino a partire dai 7 mesi, quando i pasti a base di latte si riducono a due, mentre gli altri due sono a base di pappe.
Come funziona l’autosvezzamento?
Al contrario dello svezzamento classico, che prevede l’introduzione degli alimenti un po’ per volta, non ci sono tabelle né schemi da seguire.
Il bambino siede a tavola con i genitori partecipando attivamente al loro pasto, assaggiando quello che state mangiando voi.
Attenzione, però, i cibi che vanno dati ai bambini devono essere salutari. Questo significa che adottando l’autosvezzamento dovrete seguire tutti una dieta sana ed equilibrata, priva di grassi e completamente priva di sale.
Chiedi sempre il parere del pediatra che ti indicherà come mantenere una corretta proporzione tra il latte e gli alimenti dei grandi.
Come offrire i primi cibi al bambino
Con l’autosvezzamento non servono liofilizzati, omogeneizzati e pappe, da subito si possono offrire pezzettini solidi, per quanto piccolini.
Il bambino, se è davvero pronto allo svezzamento, impara ben presto a mandarli giù. Trasformare i cibi in forma liquida pur di darglieli non serve a niente. Meglio, allora, continuare con il latte finché non sarà pronto.
Gli assaggi saranno piccoli, ben sminuzzati e tagliati in modo che non sia per lui un pericolo. Non forzarlo a mangiare tutto subito, ma riproponigli lo stesso alimento qualche giorno dopo, vedrai che dopo qualche tentativo lo accetterà.
Quando sarà sazio non vorrà più mangiare, i bambini sanno autoregolarsi.
Aiutalo facendogli capire come masticare un dato alimento. Incoraggialo, dedicagli la tua attenzione. I pasti potranno diventare molto più lunghi del solito, ma getteranno le basi per un momento di condivisione famigliare piacevole.
Cibi da evitare
Nell’autosvezzamento i bambini possono mangiare quello che mangiano i grandi, è vero, ma con alcune eccezioni che possono essere dannose per la sua salute.
- Cibi che contengono zuccheri fanno male al bimbo. In cima alla lista le caramelle, che possono provocare il soffocamento.
- Cibi ricchi di sale, meglio ridurne la quantità al minimo o astenersi completamente dall’utilizzarlo.
- Il miele, sotto i 12 mesi, può provocare botulismo infantile. Per questo va completamente evitato, soprattutto per intingerci il ciuccio!
- I funghi, che sono da consumare in quantità ridotte fino ai 12 anni. Infatti sono molto difficili da digerire.
- I frutti di mare, che possono essere facilmente contaminati da agenti patogeni e provocare infezioni come salmonella ed epatite A. Su un bambino piccolo le ripercussioni sono più gravi che per un adulto.
- Il latte vaccino, sconsigliato assolutamente fino ai 12 mesi perché contiene troppe proteine e sali minerali.
Linee guida per i tagli sicuri del cibo
Pediatra Carla nel suo libro Lo svezzamento è vostro ha dedicato un intero lungo capitolo ai tagli sicuri del cibo in autosvezzamento. Anche il Ministero dalle Salute ha fornito delle linee guida.
Carne e pesce vanno ridotti in piccoli pezzettini, così come i formaggi che vanno tagliati a cubetti. È importante evitare l’effetto colla che nasce dalla cottura, perché crea dei filamenti che il bimbo non riesce a tagliare con i dentini.
Frutta e verdura rotonda, come uva, pomodorini, ciliegie, mozzarelline, vanno tagliati in quattro parti e privati dei semi, dove presenti.
Frutta e verdura di forma cilindrica, come carote, cetrioli e banane, vanno tagliati per la lunghezza, come lunghi fiammiferi, e non a rondelle. In sedano e finocchi vanno rimossi tutti i filamenti.
I cibi secchi e duri, come i biscotti, i cracker e la frutta secca, vanno frantumati.
Lo svezzamento è un momento importante, ma va vissuto senza fretta e senza stress. Se il bambino non è pronto, non forzarlo. Abbi fiducia in lui, non temere che mangi troppo poco, se cresce bene vuol dire che sa autoregolarsi perfettamente.
Non forzarlo da subito a farsi piacere tutto, vedrai che piano piano, riproponendogli un alimento volta dopo volta, lo accetterà. E soprattutto, divertiti insieme a lui! Il pasto è un momento di condivisione da affrontare con il sorriso.
Fonti:
Pianetamamma.it
Nostrofiglio.it
Uppa.it
Io mi svezzo da solo di Lucio Piermarini
Lo svezzamento è vostro, Pediatra Carla